(Denis Diderot)
venerdì 13 dicembre 2013
Integral Transpersonal Theatre. La Poetica dell' Invisibile - Vol. 2
Ora online:
Link per La Visione Sottile n. 27
Periodico di Cultura Transpersonale in Italia.
Scarica o leggi online il secondo volume monografico su ITT, La Poetica dell' Invisibile.
Un approccio transpersonale al teatro, la vita come opera d'arte.
Per il trasformatore d'istanti, l'artista creatore di vita, il Poeta dell' Invisibile.
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Un approccio transpersonale al teatro, la vita come opera d'arte.
Per il trasformatore d'istanti, l'artista creatore di vita, il Poeta dell' Invisibile.
Pillole. 9
Terza Sintesi. Palco e Hierofania.
L'immaginazione.
L’immaginazione
che suggeriamo in questo Sistema non è alienante né alienata da sé o dal mondo
esterno, anzi, essendo strettamente legata allo sguardo e alla sensibilità, è
intrinseca alla realtà, si genera a partire da essa e su essa agisce.
L’immaginazione è il primo passo per una nuova percezione, una Nuova
Attenzione, un Nuovo Mondo. Come ogni altro termine, per essere compreso a
fondo, deve essere contestualizzato, e qui immaginazione, come ripetuto più
volte e come indicato anche dal nome Integral
Transpersonal Theatre, è inserito in un ambito in cui essa avviene
attraverso tutti i livelli che compongono l’individuo: “Se all’osservare, Io
osservo con tutti i livelli e sensi, al parlare o agire Io parlo e agisco
all’unisono con tutte le parti che mi formano e in connessione organica col
flusso, anche la mia immaginazione sarà Olistica, Transpersonale. Per
raggiungere questa connessione organica passerò certamente da una comprensione
analitica delle parti per poi permettere all’Uno di manifestarsi olisticamente
attraverso il mio strumento-corpo (fisico,
mentale, emotivo, energetico, sottile, spirituale, transpersonale)”. La fase di
analisi, unita all’allenamento sistematico di Osservazione
e Sensibilità, collabora a creare le condizioni per il salto quantico e l’Insight.
Condizioni che, sul piano della Consapevolezza fisica proporzionano: pulizia centrata, rilassamento attivo, attenzione
in disequilibrio, necessarie affinché
non ci sia nel corpo-ricettore nessun
tipo di tensione o contrazione muscolare oltre a quelle necessarie e
sufficienti, aiutando a porre il corpo alla mercé
della situazione proposta (scena teatrale o di vita quotidiana), che cosi sbloccato reagirà agli stimoli in
maniera organica e espanderà
quantitativamente e qualitativamente la mappa ricettiva di questi stimoli
(sapendo distinguere quelli provenienti dai nostri ossessori, per esempio, o avendo la sensibilità di percepirne di
sottilissimi) offrendo loro le coerenti risposte, sempre organiche e a volte
inaspettate ma rigorosamente contenute nel ventaglio, del Sè.
sabato 30 novembre 2013
Movimento 11
L'immaginazione è più importante della conoscenza. La fantasia più importante del sapere.
(Albert Einstein)
Pillole. 8
Terza Sintesi. Palco e Hierofania.
Perché il palco?
Come accennato nelle prime due sintesi il palco è uno
spazio privilegiato di studio, allenamento, prova e relazione, nonché un luogo
per il Sacro, così come ogni luogo
sacro è uno spazio di rappresentazione e rituale. Il palco è uno spazio di
scoperta, di gioco, di comunicazione ed è anche un Altro Spazio e un Altro
Tempo. E’ un luogo di responsabilità, di passaggio, di manifestazione, è
contemporaneamente significante e significato, è simbolo, è uno spazio offerto
per la cosmogonia, gestazione e nascita di altri mondi, in cui questo si
comprende e si rivela. Vedere il Mondo stesso come Palco, significa fare della
vita stessa un Atto Sacro, e passare dalla Prima
Attenzione alla Seconda Attenzione.
Il personaggio con cui l’attore (inteso come l’artista dell’istante) entra in
relazione è il pretesto e contesto di questo approccio, lungi dall’alienazione
e dalla rappresentazione stereotipata.
Intendiamo qualsiasi tipo di palco e il teatro che qui proponiamo come Hierofania, per dirla con Mircea Eliade, ovvero come “spazio di manifestazione del sacro”. Il sacro è legato direttamente al concetto sopra espresso del meglio di noi, del Sè che pulsa col tutto, lo emana, lo rivela e ne è trasformato. Il sacro non è inserito in contesto religioso, ma certo riverbera nel re-ligare con l’altro da noi, il trascendente, il versante scordato, il mistero, il mito, l’archetipo, l’umanismo del divino in noi, possibili Poeti dell’Invisibile. Cosa intendiamo per Invisibile?
Quando abbiamo parlato, nelle precedenti sintesi, di
Osservazione e Sensibilità, dei livelli dell’essere umano e dei piani della
realtà, stavamo introducendo il concetto di Invisibile.
L’allenamento dello Sguardo o Osservazione e della Sensibilità, porta all’ampliamento esponenziale della percezione della realtà, partendo dal piccolo, dal semplice, dal minimo e dal non manifesto, facenti parte di ciò che esiste tanto quanto ciò che possiamo vedere e toccare. Non parliamo solo degli aspetti energetici, esoterici, misterici, trascendenti della vita, ma ovviamente anche quelli infinitesimali della materia, quindi della fisica, in prospettiva quantistica, con le sue onde i suoi salti quantici, con il vuoto e con tutto ciò di cui percepiamo l’esistenza ma che è appunto in-visibile, prima fra tutti l’Aria, che allo stato puro è invisibile, ma anche il sentimento, il passato, il futuro, il lontano, semplificando: l’immaginario. L’esercizio fondamentale che ci dobbiamo permettere prima di tutto e quello, infatti, dell’immaginazione. Senza immaginazione non possiamo neanche iniziare a “visualizzare” l’aria che attraversa il nostro corpo, né pensare un modo diverso di agire, né comprendere l’altro e ovviamente proporci Miti e Archetipi da attualizzare o gesti da spiritualizzare, non siamo in grado né di creare alternative né di accedere a nuovi spazi.
lunedì 25 novembre 2013
Pillole. 7
Seconda sintesi. La legione.
Andiamo a spiegare. Quando diciamo che ognuno di noi è
una “legione”, possiamo comprendere la citazione biblica e possiamo facilmente
capire, a livello intellettuale, che siamo composti da diversi istinti,
archetipi, personalità in potenza che
respirano insieme nella nostra bolla
personale, nel nostro DNA, se vogliamo (caratteristiche primarie), e
insieme a ciò che siamo divenuti grazie al nostro ambiente (presente), storia personale (passato legato al familiare, sociale e
cosi via), e ai nostri obbiettivi, aspettative e sogni (futuro). Ognuno ha la propria natura, ogni individuo è differente
ma tutti siamo accomunati da emanazioni archetipiche o, usando Jung, dall’inconscio collettivo. Tutti noi siamo
esseri contenuti tra cielo e terra, tra il divino e il demoniaco, tra l’amore e
la paura della morte.
Detto questo, ogni individuo può essere considerato un
ventaglio, dove ogni spicchio o
raggio è un punto di acceso, una caratteristica, un Mito, un Essere. “Più
conosco il mio ventaglio, e quali parti di esso sto effettivamente utilizzando
nella mia esistenza terrena, e più sarò in grado, in un percorso di
Consapevolezza, di accedere e utilizzare altri raggi per la mia comprensione
dell’altro, dei miei meccanismi, delle mie relazioni, avendo cosi la
possibilità di agire su quei punti d’interruzione
del flusso, transe cronicizzati,
carma ricorrenti o anche semplicemente quei disagi o piccolezze che mi
caratterizzano e che possono essere gli oggetti del mio desiderio di
miglioramento, evoluzione, cambiamento”. E’ ovvio che più si va avanti nello
studio e nella scoperta dei vari raggi, spesso grazie al pretesto della
relazione con l’altro, nel caso teatrale col personaggio, più il lavoro su
stessi diventa impegnativo, difficile, stancante ma anche infinitamente ricco
di soddisfazioni, stupori e irradiazioni di gioia, di estasi… Per un attore, il
lavoro è sul proprio ventaglio e su quello di ogni personaggio, e ad esso direttamente
proporzionale.
In questo senso la
nostra esistenza si amplifica a dismisura, noi che siamo esseri
perfettibili ma mai perfetti e magnificamente migliorabili, cioè tutti in grado
di trarre il meglio da questo passaggio terreno (oltre ogni Credo) e di
restituire, in relazione, il meglio di ciò che ognuno di noi può essere. Questo
“meglio” di cui parliamo è quel superlativo relativo alla bolla di ognuno, alla legione
di ognuno, quindi ricco di consapevolezza e assolutamente privo di giudizio,
ossia le due condizioni primarie per la responsabilità che dona libertà e
senso alla nostra esistenza, quelle che Pier Luigi Lattuada chiamerebbe La Libertà di stare dove non staresti mai
e, la Libertà dal Conosciuto.
Pillole. 6
Seconda Sintesi. L' artista creatore.
La realtà è in divenire, se noi ci ri-colleghiamo fisicamente, mentalmente, energeticamente, spiritualmente al flusso della vita e lasciamo la nostra respirazione danzare con lo Pneuma cosmogonico nel qui ed ora del nostro stato ordinario possiamo farci artisti creatori di ogni istante della nostra vita, possiamo essere gli scultori della nostra personalità, delle nostre relazioni e saremo capaci di stupirci, all’accorgerci che stiamo costantemente rivelando a noi stessi, e al mondo, nuove forme di vivere, di respirare, di essere, grazie alle maschere sacre di cui ci facciamo portatori nel nostro continuo rituale di presentazione al mondo. La recitazione in questo caso diventa pretesto e punto di partenza dello studio sull’essere umano e su noi stessi per propiziarci questa possibilità di stupore, di curiosità e accettazione verso i meandri più oscuri e quelli più luminosi della nostra anima, ci renderà capaci di essere in contatto e relazione con ogni pulsazione della nostra legione personale ampliando cosi il nostro ventaglio di esistenza.
La realtà è in divenire, se noi ci ri-colleghiamo fisicamente, mentalmente, energeticamente, spiritualmente al flusso della vita e lasciamo la nostra respirazione danzare con lo Pneuma cosmogonico nel qui ed ora del nostro stato ordinario possiamo farci artisti creatori di ogni istante della nostra vita, possiamo essere gli scultori della nostra personalità, delle nostre relazioni e saremo capaci di stupirci, all’accorgerci che stiamo costantemente rivelando a noi stessi, e al mondo, nuove forme di vivere, di respirare, di essere, grazie alle maschere sacre di cui ci facciamo portatori nel nostro continuo rituale di presentazione al mondo. La recitazione in questo caso diventa pretesto e punto di partenza dello studio sull’essere umano e su noi stessi per propiziarci questa possibilità di stupore, di curiosità e accettazione verso i meandri più oscuri e quelli più luminosi della nostra anima, ci renderà capaci di essere in contatto e relazione con ogni pulsazione della nostra legione personale ampliando cosi il nostro ventaglio di esistenza.
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