Da “Spunti
per una lettura transpersonale dell’opera teatrale” – Prima Parte di P. L.
Lattuada M. D., Ph. D.
Una dimensione verticale
A questo punto è necessario, a nostro avviso fare
un passo oltre la visione costruttivista, trascendendola e includendola in
quella transpersonale.
La visione transpersonale concorda col fatto che ogni
esperienza sia frutto di un dialogo partecipativo, ma introduce una dimensione
verticale che definisce una scala di valori nel modo di fare esperienza, si
tratta della dimensione degli stati di
coscienza.
L’epistemologia costruttivista si muove in un
territorio definito da una mappa della psiche nella quale la razionalità piena
rappresenta il livello di coscienza, cioè il modo di fare esperienza, più
elevato.
La visione transpersonale propone un modello integrale
che ampli la cartografia della psiche fino a comprendere gli stati cosiddetti,
appunto, transpersonali, che sono molteplici, ma che possiamo in questa sede
sintetizzare negli stati retti da uno stato di coscienza unitivo. I mistici di
molte tradizioni sostengono di potere espandere la loro coscienza verso mondi
superiori con la meditazione e la preghiera. Le diverse tradizioni
esoteriche occidentali come la cabala, la tradizione ermetica, i teosofi, i
rosacroce, gli antroposofi e allo stesso modo le dottrine orientali come i
Veda, il buddismo indiano e tibetano, parlano dell’organismo come di un’unità
costituita da diversi corpi interconnessi, i quali, a loro volta esprimono
diversi stati di coscienza. Senza entrare nei dettagli delle molteplici letture
degli stati di coscienza ci limiteremo in questa sede a sottolineare
l’esistenza di un confine tra la mente ordinaria, razionale, la mente dei
costruttivisti per intenderci, quella che elabora teorie e interpretazioni
della Realtà e una mente non ordinaria, unitiva in grado di cogliere attraverso
l’osservazione consapevole, l’essenza che dimora oltre le apparenze, la Verità
indicata dalla Realtà, la Via suggerita
dal maestro interiore, il Sé. Stiamo parlando, in ultima analisi della differenza
tra pensiero e intuizione, tra ragione e consapevolezza, stiamo parlando di
quella che David Bohm chiama “comprensione
di nuovo ordine, che si svela in modo naturale” e che
altri chiamano insight e altri come
De Mello definiscono
cuore,
dimensione dove si potrà cogliere la vera natura del Sé. A fondamento dell’epistemologia
transpersonale sta infatti la distinzione tra Io e Sé, dove per Io si intende
quello che sappiamo di noi stessi, frutto delle identificazioni con la storia
personale e per Sé si intende la totalità dell’essere, la pienezza delle nostre
potenzialità, passate, presenti e future.
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